SORSEGGIA UN CAFFÈ

LUIGI BOCCIA - Fotografo di cibo

NATALE, CIBO E RICORDI

NATALE, CIBO E RICORDI

Ci sono delle cose che non si dimenticano, il Natale in famiglia da bambino è una di queste. Per me oggi la magia del Natale è legata a molte cose: l'atmosfera che si crea intorno a noi, le strade illuminate, i doni…ma da ragazzino il pensiero più bello era il cenone di Natale; avete capito bene, sono sempre stato poco interessato ai regali natalizi, certo come tutti i bambini adoravo giocattoli e diavolerie tecnologiche ma la magia del Natale per me consisteva nella tavola imbandita la sera della vigilia. Il cenone di Natale per me era un tripudio di ghiottonerie a rilascio lento, uno scivolo dorato che conduceva a leccornie che vedevo soltanto il 24 Dicembre. La cosa che mi colpiva per prima era la tavola apparecchiata in maniera per così dire "regale": piatti e posate tutti uguali, quei bicchieri di cristallo scomodissimi da usare ma belli da vedere, ma la cosa che non dimenticherò mai sono dei ferma tovaglioli ad anello foderati di un tessuto all'uncinetto, ogni anno che mia madre li riproponeva non sapevo amarli oppure odiarli. Arrivando da una famiglia semplice e con forti tradizioni legate al territorio, i cibi Natalizi sono sempre stati raffinati ma con porzioni da trattoria, una sorta di cucina fusion tra "nouvelle cuisine" e "mangia che cresci".
Mio padre è originario di Napoli e mia madre ha radici fortemente Toscane, per quanto mi riguarda un matrimonio perfetto anche a tavola! Immaginate un po' che cosa può venir fuori da questo connubio: il pesce è il principale protagonista che io potevo divorare soltanto dopo un'attenta lavorazione chirurgica per eliminare le spine…e poi lo mangiavo freddo praticamente. Allora l'attesa più emozionante era quella per i crostacei, perché oltre a piacermi un sacco con quelli avevo via libera senza dover passare dalla dogana gastronomica per i controlli. Gamberoni a profusione…ancora oggi quando assaporo la dolcezza dei gamberoni torno bambino e mi emoziono con il loro gusto delicato e quella carne dalla consistenza unica!

Tralasciando tutte le calorie che ingurgitavo in appena 2 ore o poco più, ricorderò sempre il momento della frutta: ecco, in quella notte nulla era più azzeccato del famoso detto "siamo alla frutta", perché dentro i nostri corpi sia di bambini che di adulti c'era una quantità di calorie e colesterolo inimmaginabili e secondo la tradizione popolare, mangiare della buona frutta fresca di stagione avrebbe rinfrescato ed aiutato a digerire (cosa ovviamente falsa e controproducente). Ma per la frutta era, è e sempre sarà il mandarino! Ebbene si, quando mia madre metteva in tavola il cestone in vimini dei mandarini per me era Natale; il momento dei mandarini mi lega tantissimo ai ricordi e ancora oggi in certe situazioni mi sembra di riviverli. Dal momento in cui lo sbuccio e puntualmente i pori della scorza mi inebriano con quel profumo, fino ad arrivare alla fine in cui le mani profumeranno di mandarino oltre l'Epifania.
Ricordo che da piccolo pelavo ogni singolo spicchio dai fili bianchi che lo ricoprono e non lo mangiavo finché non risultasse trasparente contro luce (avevo già le manie della luce).
Ma una cosa che mi è rimasta nel cuore è il profumo delle bucce sulla piastra della stufa a legna, qualcosa di veramente romantico e legato alla tradizione.