SORSEGGIA UN CAFFÈ

LUIGI BOCCIA - Fotografo di cibo

IL BELLO E IL BRUTTO TRA CIBO E FOTOGRAFIA

IL BELLO E IL BRUTTO TRA CIBO E FOTOGRAFIA

Questa è una delle connessioni tra i due mondi che più di tutte mi fa pensare: quale può essere il concetto di bello o di brutto? È un discorso assoluto? Dov'è la linea che delimita l'oggettivo e il soggettivo? Quante domande…ma partiamo con ordine: il modo in cui noi valutiamo è legato per prima cosa alla società che ci circonda, fatta di marketing, mode del momento, personaggi pubblici fino a ieri sconosciuti e portati alle masse che conducono format come regole scritte sulla pietra. Parliamoci chiaro, pensare che una fotografia o un piatto siano brutti perché il critico di turno ha imposto determinati canoni è semplicemente ridicolo per quanto mi riguarda…personalmente parto dalle mie conoscenze e dai miei gusti, osservando e sperimentando ma pur sempre con la mia testa e il mio stile. Spesso leggo commenti in giro per il web che sono palesemente ricopiati, non hanno un pensiero personale, proprio perché schiavi di queste imposizioni. Quindi ritornando alla domanda sul concetto di bello o di brutto rispondo semplicemente con un secco DIPENDE; non si può dare una risposta unica e netta a questa domanda, è un concetto troppo ampio che ha mille sfaccettature. Io più che altro mi preoccuperei di dare un'anima alla propria creazione, seguendo fermamente il pensiero di autorialità.

Quindi com'è possibile anche solo minimamente pensare che possa essere qualcosa di assoluto? Me lo chiedo spesso ma ancora oggi non ho una risposta a questa domanda, però in questo caso trovo molto triste constatare che una grande fetta di popolazione si metta in cattedra, soprattutto dove lacuna la conoscenza proprio in quel contesto. Probabilmente questa presa di posizione è dovuta molto dall'esplosione dei social network e dalla nascita dei format sulla tv generalista, che hanno come concetto di base il giudice e il giudicato. Vien da se che in questo modo non ci si limita più solo ad osservare, ma si passa naturalmente ad esprimere un opinione anche dove non è stata chiesta e spesso purtroppo viene imposta come assoluta laddove palesemente non lo è. Ecco, dal mio umile punto di vista trovo che l'assoluto non esiste, soprattutto nei casi in cui entra in gioco il gusto personale che apre un mondo parallelo.

Con questa ultima frase ci allacciamo alla domanda su dove finisce l'oggettivo ed inizia il soggettivo; tengo molto a questo concetto e mi scontro spesso quando si parla di gusto personale come se fosse una regola. Fa quasi paura pensare che qualcosa che non piace venga catalogata come brutta…che concetto è? Davvero la presunzione può arrivare a tanto? La stessa cosa vale per il gusto, nel mio caso il carciofo non mi piace e quindi dovrei dire che non è buono? Tutto questo ginepraio crea una confusione pazzesca perché identificarsi aldilà delle proprie capacità risulta complicato e a volte frustrante. Provate a pensare per esempio ad una persona che è alle prime armi con la fotografia di cibo e ci entra timidamente, in punta di piedi…nella maggior parte dei casi verrà giudicata per i suoi errori, con qualche sporadico commento costruttivo e forse un aiuto a livello tecnico, ma comunque la sua posizione sarà quella di giudicata e nominata in automatico dal popolo sovrano. L'ho fatta un po' tragica lo ammetto, ma rende l'idea.

Ho omesso volutamente il bello perché merita un suo spazio. Quando creiamo qualcosa che sappiamo mediocre ma ce lo elogiano e magari lo sopravvalutano, non ci battiamo a spada tratta come il più importante degli ideali rispondendo che non è così, che in realtà è brutto e non è stato capito…ci becchiamo amorevolmente i commenti positivi e al massimo rispondiamo con un "troppo buoni". Ed ecco che qui entra in gioco come non mai lo specchio della nostra società: siamo appagati e felici di far parte del bello, anche se in cuor nostro non ne siamo convinti e avremmo potuto fare meglio, però il consenso degli altri ci fortifica nutrendo il nostro ego. Ma in questo caso dove sono finite tutte le regole del soggettivo, dell'oggettivo, dell'assoluto…sparite! Non ci si fa più troppe domande, meglio non smuovere le acque o scavare troppo nel profondo, il nostro lavoro è piaciuto e ci basta così.

E da qui che parte la creazione di un universo confuso dove ti arrivano risposte senza aver domandato, consigli senza averli chiesti e lezioni di gusto di chissà quale scuola. Visto che siamo in tema di opinioni non richieste vi dico la mia: ascoltate i consigli di chi ne sa veramente, osservate, sperimentate e divertitevi ma soprattutto difendete fermamente i vostri progetti e il vostro concetto di bellezza.